Una Spiaggia Troppo Bianca - Stefania Divertito
I saggi sull'ambiente con i loro tabulati e grafici spesso e volentieri stancano e mettono di cattivo umore. Segnalo, per chi volesse approcciare i temi ambientali in maniera alternativa, la storia e le avventire di Gemma Rinaldi, ecogiornalista partenopea alle prese con storie di disastri ambientali. Devo dire che, appena finito, mi sembra di aver fatto un viaggio interessante, almeno inedito, in quello che è il mondo della narrativa nazionale. L'autrice è quella del già commentato "Chernobyl", un libro scorrevole, ma pur sempre attaccato all'attualità, molti fatti, poche battute. Allo stesso modo di Chernobyl, la Divertito mette in una cadenza virtuosa per quanto semplice e leggibile, un caso da giornalismo di inchiesta davvero complesso. Immaginate quanto può essere complesso l'omicidio Vassallo, il sindaco Pescatore che è stato assasinato dieci anni fa in un agguato, moltiplicate per cento, e avrete la mole e la grandezza del caso che affronta nella storia Gemma Ranieri. Incredibilmente, i piani narrativi e la leggerezza innata della scrittrice, fanno sembrare il tema trattato di una semplicità che a me, ma è una opinione personale, fa gridare al genio. Gemma è la protagonista, vive in una milano pre covid, da bere, chic e con una puzza sotto al naso apparente nella quale si è inserita con un mini appartamento che la garantisce la libertà dai legami della sua terra natia. Non pensate che l'autrice vi porti dentro Napoli e ne faccia un quadretto tradizionale, un pittoresco affresco ad uso turistico.
Sarebbe la narrazione di un autore che di Napoli non è. Collegate attraverso il treno, prima dello smart working, le due città, la Milano del lavoro e delle grandi professionalità e una Napoli che sembra assomigliare più alle scene del Connecticut di Mistic Pizza. Non siamo sulle rive del fiume Mistic, ma i personaggi che rappresentano la famiglia allargata di Gemma sembrano scolpiti da una serie televisiva più che dalla realtà. Ma alla fine i dossier di Gemma potrebbero trovarsi a Napoli come a Lisbona come a Lagos, e Gemma ci tiene a mondare se e le sue origini, a rendersi imparziale, professionalmente accettabili da tutto il mondo, che è rappresentato da "chi la legge". D'altra parte Gemma non è Goethe, lavora e si sbatte tutti i giorni per guadagnarsi quel quadratino di rispettabilità, reputazione, libertà, e quindi di "schiava dei nostri tempi". E al suo sudato metro quadrato di schiavitù Gemma ci tiene, sa di aver lasciato molto al Sud e non ha paura di mostrare i muscoli ai più titolati colleghi milanesi per difenderlo, in una ossessiva e continua voglia di emergere dagli stereotipi della periferia partenopea e di scalare il mondo professionale meneghino. Non vado oltre nella descrizione di questo racconto, Gemma per concludere questa nuova, grande inchiesta che le esplode sotto casa, dovrà compiere un percorso introspettivo, dovrà "fare la giornalista" con le persone che le sono più care, i fantasmi del passato, il quartiere dove ha vissuto in gioventù, e le risposte che arriveranno dal suo passato non potranno che proiettarsi nella Gemma del futuro, quella che attendiamo nel prossimo romanzo.
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