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La responsabilità degli intellettuali - Noam Chomsky

Non so se a ragione o no, non so con quale scopo, ma Ponte alle Grazie ha stampato un vecchio saggio di Noam Chomsky che si intitolava "la responsabilità degli intellettuali". Avendo acquisito una specie di cristallizzazione storica e grazie ad altre caratteristiche di cui parlerò dopo, devo dire che a lettura di questo vecchio saggio di Chomsky è stata gradevole. Innanzitutto per capirci bisogna capire prima cosa si intende per "intellettuale". Per intellettuale si vuole intendere colui il quale all'interno di una società, per una ragione o per un altra, conosce fatti dettagli che la normalità della popolazione non conosce. L'intellettuale si trova di fronte il bivio della verità, ha due scelte, fondamentalmente, abbracciare la ragion di Stato e nascondere la verità, oppure sacrificarsi per essa e finire a diventare nemico dello Stato, finendo magari in galera, come in galera è stato per un anno Emile Zolà a causa del caso Dreyfus.

Chomsky parla principalmente di commenti di intellettuali pro Washington che si sono caratterizzati nel appoggiare le politiche USA in Iran e soprattutto Vietnam. Loro hanno avuto onore e gloria momentanea, ma hanno contribuito a fare finire un Paese intero in una crisi ed un fallimento di dimensioni storiche. La lista di queste "occasioni perse", sebbne il saggio non sia un tomo enorme, è lunghissima, e comprende una lista di giornalisti, professori ed intellettuali in genere che hanno partorito bufale in quei tempi, dei quali oggettivamente non conserviamo il ricordo. Paradosso dei paradossi, ci ricordiamo di quelli che hanno detto la verità e per questo sono stati perseguiti e ci dimentichiamo dei "lealisti" quelli che hanno sostenuto linee, anche se imbarazzanti governative, e che per questo, a quel tempo hanno avuto onori e gloria.

Il tema di Chomsky diventa ancora più interessante se si oltrepassa lo spazio tempo e si arriva a tempi nostri, fatti da lettori/utenti connessi a internet e con il cellulare in mano, senza vecchi politbureau. Quale sarà il ruolo degli intellettuali e se chiunque oggi è in grado di arrivare ad una scomoda verità governativa, il ruolo di sostenere opinioni fuori dal coro. Evidentemente chi conosce un pochino di più degli altri non ha la facoltà di colloquiare solo con istituzioni e giornali(come accadeva nell'epoca dei media tradizionali), può parlare direttamente con utenti, cittadini normali attraverso le amplificazioni dei social media. Questo gli conferisce nuove, importanti rsponsabilità. Nascono responsabilità anche da parte dell'utenza che può diventare anche essa "eroina" del tempo presente. Nella nostra epoca sarà difficile fare viaggiare imbarazzanti situazioni come quella del viet nam o della guerra del golfo per un tempo indefinito. le fake news hanno le gambe corte, le hanno sempre avute, ma nel nostro tempo bisogna dirlo le hanno più corte che mai. Consiglio questa ennesima digressione, accompagnata da scritti critici, tutti interessanti. buona lettura. Davide Gatto

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