top of page

Non avere Paura di Cadere - Mauro Magatti.

Non so a voi, ma a me era capitato raramente di leggere un libro di filosofia con la voglia e l'entusiasmo di leggerlo. La cosa mi ha divertito incuriosito, appassionato. Credevo perché fosse semplicemente scritto bene, ma la verità è che si tratta di un libro che scrive di noi e non c'è nulla che ci possa appassionare di più di leggere qualcosa che tratta di noi.

Per 130 pagine siamo incollati allo specchio: ci guardiamo, guardiamo i nostro passato presente e futuro raccontato da Magatti, un grande economista e sociologo italiano dei nostri tempi. Non vorrei entrare nei dettagli del commento perché sono sicuro che se foste uno studente avreste tratto degli spunti diversi dai miei, se foste una persona in pensione avreste tratti delle conclusioni diverse. Ma le risposte vanno bene per tutti. Il libro parte col descrivere una gabbia. Questa gabbia non è una semplice gabbia, ma un paradosso. Infatti è la gabbia che il liberismo moderno ha costruito attorno ad ognuno di noi, isolandoci dal resto del mondo, dandoci un illusione di capacità e possibilità infinite, ma che non serve a molto dentro questa gabbia. La prima parte del libro ci descrive questa gabbia, questa catena che ci tiene prigionieri, la seconda parte, invece di articolare una critica al modello liberale, conforma il solibro in un modello composto da 5 movimenti per riprendersi la libertà.

Già ad elencarli, sono bellissimi. Primo Movimento: dire no. ribellarsi a questo stato di cose. Secondo Movimento: Intraprendere, innovare, ricominciare, Terzo Movimento Infinire nel finito, cercare di finalizzare a libertà integrandola in qualcosa di finito. Quarto Movimento: la perdita o la morte, la perdita per eccellenza. Quinto Movimento: liberare la liberà degli altri, in pratica, non pensare solo a se, concedersi una donazione ad un tu che non fa parte dell'Io, che ci aiuta a completare e crescere.

Senza ritorni al passato, bisogna andare oltre la nostra attuale condizione e capire che la relazione con gli atri deve essere il primo piano, fino alla abitudine al dono nei confronti degli altri. "il dono che ci scambiamo in una società dei liberi non può che essere la libertà" infatti fu proprio Rousseau a dire "prendersi cura degli altri ci rende pienamente umani". Un libro utile, profondo e divertente quello del prof. Magatti, che spero abbia ampia diffusione.

Davide Gatto

Post Recenti
Tags:
bottom of page