L'Angelo Melanie F.
Mi sono imbattuto nella lettura di un romanzo che considero particolare. Non sono esperto di romanzi e narrativa in genere, (questo in cui leggete è un blog di saggistica) ma tanto è, questo è sicuramente uno di quelli che ti lascia la sensazione di aver preso una serie di pugni nello stomaco.
L’autrice, proprio all’inizio del romanzo tiene a precisare che nulla di quel che racconta si riferisce a persone reali, che non c’entra con lei, e, proprio in ragione di questo, le prime pagine del libro le passo a capire dietro quale personaggio si nasconda la nostra Melanie F.
Mi rendo conto conto subito che l’autrice sa bene ripartire il suo bagaglio emotivo tra i vari personaggi, tutti ben costruiti e con un carattere preciso, molte volte eccessivo e tormentato, forte e compulsivo. D'altra parte, apprendo che siamo già al tredicesimo romanzo di Melanie F.
Le storie dei personaggi, così ben delineate, come una canzone di Jim Morrison, dopo i primi paragrafi prendono una vita autonoma, e l’idea di scoprire quanto ci sia di vero nelle loro storie ti scappa di mente, catturato dai bisticci, dai veloci dialoghi, le notti di sesso e alcool a cui i personaggi della storia si sottopongono. Ma come in un film di Wim Wenders, i piani di lettura della storia sono molteplici. Non c’è un solo obiettivo che riprende la storia, ma la voce narrante è rappresentata da un angelo, un personaggio che si racconterà nel corso del romanzo e che funge da voce fuori campo, che però nel caso di questo romanzo entra ed esce da diverse posizioni di osservazione.
E’ l’angelo custode, legato alla protagonista, sua coscienza, e suo nascosto corteggiatore, che racconta le avventure della protagonista e dei suoi compagni, ma spesso si concede delle considerazioni sulla condizione umana. Ad espressioni e commenti filosofici il nostro narratore si lascia anche ai commenti degli uomini dell’oggi, in quanto lui è appartenuto a qualche secolo fa.
“la vostra vita moderna è come una vita dentro ad una fabbrica. Strombazzano le macchine ai semafori, le grida della folla vi sovrastano come furia in piena ma voi siete lì, impassibili, nella vostra techno che muta gli altri rumori nello scroscio di un ruscello, e gli occhi diventano d’acciaio, il corpo sordo al momento del sentimento.”
L’angelo ci racconta cosa dice e fa la protagonista, ma, cosa interessante quando è un uomo a leggere, anche le frasi che la protagonista vuole dire ma tiene per se. E questo è come un faro nella nebbia in un universo di frasi incomprese che amiche e soprattutto partner ti hanno sottoposto nell’arco della tua vita e che tieni stipate come punti interrogativi nella tua memoria.
Per usare un termine della modernità, l’angelo non la tocca affatto piano. Si dilunga e approfondisce temi importanti, dalla vicenda della sua innamorata coinvolta in un brutto giro, tira fuori dalla trama del racconto dei ricami che scendono davvero in profondità, ampliando il significato del romanzo, che non è più la descrizione di una esperienza di tragico amore doloroso, ma riflette con serietà sulla condizione umana e su come è possibile cercare di superare le crisi. Senza scendere nei dettagli della storia, anzi mi scuso se vi sono sceso troppo, si arriva a conclusioni come
“passato e futuro non sono che l’interpretazione che voi ne date con i vostri filtri attuali. Cambiate il presente e il passato cambierà, il futuro cambierà. Voi potete esistere solo nell’adesso”.
Il libro è da consumare, poi, a mio avviso va regalato alla persone giusta.
Davide Gatto