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Otto Mann

E’ strano, innaturale, mortificante. Quanto è accaduto, ammettiamolo, ha fatto ghiacciare il sangue nelle vene a tutti. La notizia non è stata presentata in primo piano la giornata del 20 Marzo perché, per fortuna, è stato arrestato un grillino, e la notizia dell’arresto del presidente del consiglio comunale di Roma ha monopolizzato almeno in parte la scena mediatica.

La cronaca ci regala però un episodio che ci riporta in un mondo nuovo, diverso. E’ vero, accadono ogni giorno omicidi, sparatorie, rapine, furti, stupri, incesti, ma forse, probabilmente queste notizie sono catalogate nei files neuronali dei benpensanti come episodi legati a “gente” che nulla ha a che fare con loro, distante, appartenente ad un'altra schiatta, quella dei balordi, dei poveri, dei derelitti, da emarginare, carcerare, eliminare dallo sguardo. Questi episodi servono a far dire ai benpensanti che se non si riga dritto, quella è la fine che si fa, se tua figlia si sposa un balordo, quelli sono i risultati. Quello che è accaduto a San Donato Milanese è diverso, ci porta in una dimensione terribilmente nuova. Non è una parte della società, ma la società stessa a impazzire. Con l’atto di un signore che oggi non si riesce a definire se terrorista o folle, il Paese si è catapultato in una dimensione distopica.

Otto Mann (Otto Disc in italiano) è l’autista del pulmino che conduce a scuola Bart e Lisa Simpson, un personaggio della serie “The Simpson” che è perfettamente integrato nella rappresentazione distopica di un presente sbagliato che è rappresentato nella famosa e pluripremiata serie cult. Otto Mann, personaggio dedicato alla figura di un grande chitarrista Rock, Slash, guida con la cuffia audio dove ascolta in pianta stabile le canzoni metal, è appassionato di droghe come la marijuana e i funghi psichedelici.

Spiantato, scorbutico, è esattamente il tipo di personaggio che non vorremmo che accompagnasse i nostri figli a scuola, e appunto per questo nella serie, diventa autista di bus di ruolo a Springfield è così che nel giro di una giornata, grazie all’azione di Osseynou Sy, siamo piombati nel presente distopico di Springfield, dove c’è un autista di bus scolastici mezzo matto e tossicodipendente, ci sono Homer un inetto obeso e alcolizzato e Marge che rappresenta l’archetipo della moglie repressa, e un’opinione pubblica che reagisce e discute di fronte ai problemi che si parano davanti sbagliando spesso sia il modo che l’argomento.

A proposito di opinione pubblica, è evidente che si sta assistendo per l’ennesima volta al dibattito sbagliato sul tema dove il mainstream ci vuole condurre. La questione dei migranti. Ed è altresi evidente che si abbandona la cronaca dei fatti per sapere se questo signore era italiano o no, e si apre l’ennesimo capitolo della Saga “Matteo Salvini contro tutti” o se volete “Matteo Salvini ci è o ci fa”. Otto Mann è un prodotto della società, non è una parte ad essa scollegata. Incolparsi di una cosa (fatto salvo il doveroso processo penale) a volte potrebbe anche servire ad assolverci, e risolvere il problema di Otto Mann non vuole dire altro che migliorare la società. Ma comunque nulla ci vieta, come privati cittadini di fare domande, di chiedere chi è l’autista della gita dei nostri ragazzi, chi è il fornitore della mensa, chi e che prodotto didattico viene sottoposto agli studenti. Impariamo ad essere scoccianti, invasivi, a chiedere a chi eroga dei servizi, sotto nostro pagamento, delle risposte, perché è normale che così sia e certe risposte sono dovute.

Davide Gatto

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