L'insostenibile pesantezza del sentirsi inutile.
Era andata tutto sommato bene, una settimana che poteva risultare memorabile. In televisione danno uno spettacolo perfetto, una grande inaugurazione di Matera 2019 città Capitale Europea della Cultura. Basterebbe per inorgoglire un Mezzogiorno spesso dimenticato.
Peccato arrivi dai telegiornali una notizia triste, 117 muoiono in mare al largo della Libia su un canotto abbandonati in pieno inverno. Si Salvano solo 3 persone, il calcolo dei morti è per sottrazione. La mia condizione disperata e orgogliosa di essere umano inizia a vivere alti e bassi. Penso ai talkshow televisivi, agli aiuti, inizio a leggere con la mente le parti che ricordo meglio dei libri che ho letto. Land Grabbing, piano Marshall per l'Africa, gli investimenti dei privati Cinesi, Il WTO, l'Uruguay Round, la mozione di Stiglitz, I farmaci che si vendono a prezzi impossibili per loro, la convinzione che con un secolo di aiuti non siamo riusciti a nulla, o meglio non abbiamo voluto il loro sviluppo, il loro benessere, ma abbiamo creato un ecosistema coerente con una frontiera che occorre alla vita del nostro capitalismo.
Il Modello capitalista dove chi vince si prende tutto. Le briciole agli altri, che sono costretti ad emigrare. Penso a chi scrive "l'Africa in Italia non ci entra" Penso alle sere deserte degli infrasettimanali dove devo chiudere il negozio e siamo solo noi e loro, in un buio lungomare. Penso a mia figlia, alla sua pagella e a quanto mi piacerebbe vedere i suoi voti un pò più alti delle mie aspettative, la tengo al caldo, gioca col mio smartphone costruito con metallo estratto proprio da dove veniva quel bambino lì, che il mare gliel'hanno solo raccontato, e che purtroppo ha visto una volta sola. Cerco soluzioni, motivi, cause, voglio assolvermi, ma neanche tanto, voglio stare tranquillo. Questo triste sentimento non passa mai. "con le frontiere aperte e le ONG abbiamo avuto migliaia di morti" no, non passa. "E' stata una disgrazia, si sono imbarcati e rovesciati con il gommone, con questo mare in Libia si sa quando si parte ma..." no, non mi passa. Non passa neanche a cercare di chi è la colpa. Del governo precedente, di questo governo, della caritas, delle ONG, dei trafficanti, la colpa è loro, di chi si è imbarcato, ha voluto prendersi un rischio..." non Passa neanche col "cosa sarebbe successo se" ci fosse stato un altro Governo. O altri attori. Beato chi riesce a lenire il dolore accusando gli altri, oppure ragionando di cosa si potrebbe fare in futuro. Li Invidio, stavolta non mi passa. Sono per la chiusura dei corridoi abusivi, ma per l'apertura delle frontiere, in tutto il mondo. Dissi tempo fa che questo confine è simile a quello USA Messico. Scrissi che vivremo 30 anni di tragedie perché la parte marginale delle società africana vorrà sempre godere della vita e del modello Europeo.
Ma non mi passa perché l'algoritmo ha già deciso per noi, e noi siamo lì a guardare, assistere a queste carneficine attoniti. L'algoritmo lo sa, è il modo migliore, magari con meno perdite, lui si cerca solo dei bravi comunicatori che possano convincere molte più persone che quella è la strada da percorrere, ma l'algoritmo liberista, della buona governance ha già deciso, e peste colga a chi rema contro. Proprio per questo, per il mio sentirmi inutile, superfluo, inesistente, proprio perché il mio soffrire per la morte di altri uomini non viene registrato dagli algoritmi che regolano la nostra convivenza, proprio per questo il mio dolore e la sensazione di inutilità mi stanno dilaniando. La sofferenza degli uomini è sempre servita a elaborare natura dei problemi al fine di cambiare le cose. Oggi un sistema di macchine ci detta la vita e ci costringe ad essere inutili. Decidendo per noi l'algoritmo ci assolve e ci condanna, ma allo stesso tempo decide per noi, allo stesso tempo rende inutili le nostre sofferenze.
Davide Gatto