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Di Maio - Salvini

Sono passati pochi mesi da italia 5 stelle a rimini e poche settimane dal voto del 4 marzo ma sento che in questo periodo virtuoso, di costruzione e fermento, il brodo della politica ha assalito i neuroni di tanti italiani, rendendoli inquieti.

Tutti assuefatti, tutti in casa a guardare lo schermo aspettando una risposta che possa risolvere le ansie o possa scaricare le personali frustrazioni. “i partiti prima di morire cercheranno di imitarci” gridano i più fiduciosi grillini di strada, “il m5s prima di scomparire tenterà di imitare i partiti tradizionali”, ripetono i grillini spaventati da una frase a loro giudizio fuori luogo del grillino di palazzo di turno. Tutti con la medesima paura in corpo di avere portato a casa l’ennesima figura di m…

Calma. Riflettiamo. Guardiamo al perimetro…. Non funziona? cercherò di essere più convincente: Sitz. Platz. Ecco: cuccia giù, facendo ammuina non si risolve niente.

Neanche nulla si risolve con la teoria dei giochi, la teoria dei giochi (quella di a beautiful mind, di Ron Howard che narra la storia del Nobel Steve Nash), teoria che trova l’equilibrio ottimizzandone il benessere collettivo. Si utilizza questa teoria per elaborare la previsione di scenari possibili di alleanza tra le varie forze politiche che sono entrate in Parlamento, vincenti o perdenti che siano. Purtroppo cari commentatori e direttori strapagati dai giornaloni, la teoria dei giochi funziona solo quando i giocatori la pensano tutti allo stesso modo. E nel nostro caso non è così.

E’ difficile cercare di smontare vecchie convinzioni, zittire i dietrologi e chi vuole dare una lettura “tradizionale” a ciò che accade in politica.

Nel breve ma ampio periodo di consultazioni per un Governo del Paese è difficile cercare di smontare vecchie convinzioni, zittire dietrologi e chi vuole dare una lettura a ciò che accade in politica legata a quello che c’è stato in passato.

Cercherò di spiegare la differenza tra un governo Salvini e un governo Di Maio; sembra poco detto così, ma almeno, in questo quadro politico abbastanza complicato, è un inizio.

Salvini propone un governo su un impianto maggioritario, l’ennesimo governo fintamente presidenziale in una repubblica de facto maggioritaria, ma de iure parlamentare, mentre Di Maio propone una legislatura nuova nel modo di conduzione che dà più importanza alla discussione in Parlamento, prevedendo gli assunti Costituzionali.

Meno spazio ai ministri, alla tanto stigmatizzata decretazione d’urgenza, più spazio al Parlamento, organo al quale spetta discutere le leggi che poi dovranno essere adottate dai cittadini del nostro Paese. D’altra parte se non le accetta il parlamento, ma solo la maggioranza “di governo” non vedo come possano accettare la legge approvata in Parlamento i 60 milioni di italiani che in Italia vi abitano.

Di Maio propone una soluzione “proporzionale”, lui non è la parte che vince, ma è il partito di maggioranza relativa che diventa architrave di un governo che vuole mettere, dopo 30 anni di finto maggioritarismo, la funzione del Parlamento al centro. Piaccia o no, il percorso della cabina di regia grillina è stato coerente, Il movimento 5 stelle fu concepito nei giorni del V-day, mettendo forti radici nella legalità e nella tutela dell’ambiente, poi, qualche anno dopo il movimento è partito con le 5 stelle, 5 argomenti puntuali, allargando il raggio di azione del V-day. Dopo l’ingresso in Parlamento ha affrontato il Referendum difendendo il perimetro della Carta Costituzionale, diventando per tanti italiani il Movimento Politico che più di altri si è speso in prima linea per la difesa della Costituzione e dei suoi organi, parlamento in primis, al di là della difesa puntuale di quelle che sono le 5 stelle.

Spero che il Presidente della Repubblica possa cogliere questa differenza e che tenga presente il risultato referendario, e che non si faccia distrarre da quelli che possano essere i tatticismi elettorali di ogni partito e la voglia di poltrona dei vari attori. Quanto ho scritto vale anche al netto della voglia di potere e dei tatticismi che sono insiti a ogni forza politica.

Leggo la reazione scomposta del saggista Aldo Giannuli che scrive: “Il M5s di cinque anni fa entrò nelle stanze del potere per ribaltarle, quello di oggi non si sottrae all’abbraccio mortale del potere consolidato: non hanno cambiato il potere ma il potere ha cambiato loro.” Non posso che dispiacermi nel leggere queste parole, ma dal mio punto di vista va da se che questo passaggio noi lo abbiamo affrontato nel 2008-2009 e avevamo già messo in conto che nel percorso qualcuno si sarebbe lasciato abbagliare dal potere.

Tuttavia, sebbene l'avidità e la brama di potere sia un sentimento a mio avviso esecrabile, il percorso volto a difendere il perimetro Costituzionale dagli attacchi che sono avvenuti in questi ultimi 30 anni vale anche al netto della brama di potere, dei bonifici e dei rimborsi, grazie a Dio si chiama Politica e le nostre scelte, sebbene approssimative, le abbiamo fatte e restano quelle lungo il passare degli anni.

Per trent'anni gli italiani hanno abbaiato alle leggi approvate a minoranza da governi minoritari che erano stati premiati da premi di maggioranza, aspettando il giorno delle elezioni per mandare a casa quel governo e le sue leggi inique. Giusto mandare a casa un governo che non da soddisfazioni, ma sarebbe parimenti giusto salvare le leggi fatte "tutti insieme" in Parlamento, che poi non vadano cambiate da un altra maggioranza di Governo. Dunque spingiamo verso un governo a guida pentastellata che dia nuovo potere e riporti la governance (bruttissima parola anni'90) verso la Sovranità del Parlamento, con un accordo alla tedesca (bruttissimo parlare di tedeschi) e il Presidente del Consiglio che sappia mediare. Non mi viene in mente nessuno che possa ricoprire questo compito migliore del giovane Luigi Di Maio.

Davide Gatto

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