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Cinquestellum

La storia del Rosatellum (vedi scheda in fondo), legge elettorale da poche settimane vigente in Italia, è oramai sufficientemente nota al Popolo Italiano. Il Governo, a metà legislatura, prepara una legge elettorale, l’italicum, che vive un percorso a dir poco sfortunato: successivamente viene indirettamente bocciata dagli italiani attraverso il referendum costituzionale e modificata in parte dalla Corte Costituzionale.

Nel frattempo si appalesa anche un problema di natura quantitativo: il PD, che alle europee si illuminò di un fantastico 40%, diventando il partito con più europarlamentari in tutta Europa, cala terribilmente nei consensi, perde più di un quarto del suo seguito elettorale e si va oggi ad attestare all'interno di una forbice tra il 25% e il 30%. Nasce dunque, in questi ultimi mesi un'altra legge elettorale, considerata più performante per il "comitato leggi elettorali del Partito Democratico", che prende il nome di Rosatellum. Per chi non lo sapesse ancora il Rosatellum è un a legge elettorale "proporzionale con correzione maggioritaria e obbligo di inciucio"

Molti commentatori, al di là della disputa sulla legittimità costituzionale del Rosatellum, hanno iniziato a fare delle previsioni su quale movimento politico oggi nell’arena competitiva potesse giovarne più che altri. Va da se che molti si sono soffermati sul voto congiunto tra maggioritario uninominale e proporzionale puro, sentenziando che i potentati locali verranno usati come “specchietto per le allodole” all’uninominale e riusciranno a trainare il voto al proporzionale. In pratica Renzi Salvini Berlusconi cercheranno di mettere al collegio uninominale i loro sindaci per "trainare" quanti più deputati al proporzionale, che non è disgiunto. Il movimento 5 stelle, per regolamento, che non ha alcun intenzione di modificare, non può candidare i suoi sindaci. Dunque i movimenti politici più piccoli, o senza potentati locali, dovrebbero soccombere rispetto ai partiti con più sindaci, che sono, guarda caso, quelli che hanno votato il rosatellum.

In merito a questo, vorrei fare tre osservazioni.

Una prima, piccola osservazione: i tanti “feudatari locali” raggiungono alle amministrative numeri da record in quanto riescono a mettere in piedi una coalizione di candidati da record, a Salerno città ad esempio capita che, in occasione delle comunali, la coalizione di centro sinistra prenda trecento voti a seggio, ma non ha mai presentato meno di 150 candidati, tutti col coltello tra i denti. Questo alle nazionali non potrà accadere. Vero è che il candidato sindaco potrà essere più conosciuto, ma il Re, nel Rosatellum, si presenterà nella parte maggioritaria, nudo davanti al suo elettorato, senza uno scudo di candidati al consiglio comunale.

Una seconda osservazione è che il rosatellum consente le coalizioni, per usare un termine caro all’ex premier, le accozzaglie di movimenti politici, senza un programma comune. Il tema del movimento anti establishment che “lotta contro le accozzaglie” è un tema forte per chi giudica negativamente l’operato dei partiti e dei politici in Italia, e non fa altro che rinforzare le liste come quella pentastellata che fa della lotta gli inciuci e alle coalizioni che si accusano vicendevolmente di essere la causa del malgoverno, un suo mantra fondativo.

Un ultima considerazione. Il rosatellum penalizza le forze politiche al di sotto del 10%; è vero che gli garantisce presenza in parlamento, ma davvero minima. Potrà accadere che tutti gli elettori che vogliono votare contro il passato quinquennato governativo, scelgano la forza che non si allea con nessuno e che sicuramente si opporrà alle politiche del governo futuro, qualora dovessero essere simili a quelle attuali. Insomma la polarizzazione del voto prevista dagli ideatori del Rosatellum verso le coalizioni del Centro Destra e Centro Sinistra, potrebbe diventare una tripolarizzazione o addirittura una bi-polarizzazione tra centro destra e 5 stelle, penalizzando i movimenti di sinistra antagonista e antirenziana che, al netto di quello che faranno in termini di alleanze, non potranno controllare il loro “popolo” di elettori, che potrebbero scappare verso lidi a 5 stelle, approdo che gli garantirebbe una sicurezza almeno in termini di alleanze.

La volta che il Movimento 5 Stelle prese una bella batosta, fu proprio alle succitate elezioni europee, in “ambiente” di proporzionale puro. In questo modo, senza “l’effetto accozzaglia”, ogni italiano ha potuto votare liberamente il leader e il partito che gradisce di più degli altri, senza tattiche ragionieristiche legate a governi e ad alleanze e senza praticare il voto utile o il voto-contro governativo.

Nello schema di Rosato, invece, Berlusconi rischia di diventare il candidato simpatia, ma di non raccogliere le messi di voti a cui è normalmente abituato, in quanto è gravemente sospettato di amoreggiare con Renzi, e molti elettori di destra temono il pericolo dell’inciucio con l’ex premier,oltre ad essere, convintamente sovranisti. La Lega è una forza delimitata territorialmente, che dovrebbe giovare ai collegi uninominali del Nord, ma ovviamente, presentando alleanze al sud, perderà al Sud quanto guadagna al Nord. Oltre a questo la Lega si è dimostrata forza sovranista, che si allea con le forze europeiste, e mantiene nel suo DNA un indipendentismo regionalista, rafforzato dai recenti referendum in Veneto e Lombardia. Il PD che pare avere partorito questa legge elettorale, si trova già oggi perdente in quasi tutte le regioni dalle proiezioni dei maggiori istituti demoscopici. Sulle spalle del PD c'è la spaccatura del partito e quanto di male ha fatto per la scuola e per le politiche,dovendo governare in un momento di crisi economica ed istituzionale.

Resta dunque una unica forza antigovernativa di dimensioni rilevante, tra l’altro anche coerente sulla questione delle future alleanze, che attrae consensi oltre il suo perimetro fisiologico, il MoVimento 5 Stelle, grazie alla costruzione della nuova legge elettorale che noi chiamiamo "Cinquestellum" e alla incredibile lungimiranza strategica degli onorevoli Fiano e Rosato, due ottimi vini, ma due pessimi strateghi.

Davide Gatto

Edit: alla luce delle elezioni regionali siciliani, dove si nota chiaramente il voto disgiunto a favore del candidato presidente Musumeci, si conferma ulteriormente che il voto disgiunto aiuterebbe le coalizioni, in mancanza di voto disgiunto, il voto in favore del Movimento 5 Stelle sarebbe più alto.

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