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Scacco Matto a Torre.


Apprendere dell’arresto del sindaco di Torre del Greco Ciro Borriello attraverso i media nazionali, mi ha rattristato e mi ha fatto per l’ennesima volta, vergognare. Una vergogna che cade sulla testa di tutti i cittadini di Torre del Greco che hanno votato Borriello alle ultime elezioni, ma anche su tutti i torresi.

Chi rappresenta una istituzione, l’istituzione territoriale di una città e commette azioni penalmente rilevanti (è da dimostrare ancora, naturalmente), perpetra un danno di immagine incalcolabile su tutta la sua comunità, e su tutta la regione, anzi direi su tutto il popolo e il movimento di opinione che vorrebbe un riscatto del Mezzogiorno.

Ma purtroppo per questi territori non è la prima volta che salta agli occhi delle cronache nazionali in questi ultimi 30 giorni. Proprio il 7 luglio, giusto un mese fa, crolla un palazzo a Torre Annunziata, causando 8 morti, e dal 12 luglio per una settimana è proprio il caso di dire “di fuoco”, finiscono in fiamme centinaia di ettari di Parco del Vesuvio, piante ad alto fusto, un incendio talmente grande da segnalarsi anche sui satelliti, con fumi che sono arrivati in tutta la Campania e oltre, sospinti dal vento, fino alla Puglia, coinvolgendo in maniera significativa la parte di parco che insiste nel Comune di Torre del Greco. Questo pare essere l’anno zero per la zona vesuviana, con tanti importanti comuni che hanno sempre sognato, fatto grandi progetti, studiato meticolosamente cosa avrebbero voluto fare da grandi, ma non sono mai partiti, prigionieri di loro stessi e di piccole beghe familiste e infantili di cui è piena la provincia italiana, ma che quei luoghi, non possono permettersi. I sentimenti di vergogna, di frustrazione, la consapevolezza che si è toccato il fondo, possono portare alla distruzione, alla voglia di scappare, ma possono diventare anche un formidabile carburante per fare rinascere quei luoghi, spettacolari e mistici allo stesso tempo, che per migliaia di anni sono stati considerati quanto di meglio può esserci per vivere sul nostro pianeta.

L’area vesuviana ha sempre avuto quella marcia in più dettata dal suo spettacolare paesaggio, e grazie alla maledizione dell’esser belli, è stata più volte in questi ultimi 10 anni trascurata rispetto alle zone famose della provincia di Napoli, quelle glorificate dagli scritti di Saviano e suoi colleghi, e quelle illuminate dai roghi tossici, altra pestilenziale piaga che investe la nostra regione. Anche per questo motivo, per l’abbandono occorso a quei luoghi che oggi ci troviamo a celebrare l’annus horribilis di Torre del Greco e dell’Area Vesuviana.

Davide Gatto

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