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Una Scomoda Verità

+++Ricordo a tutti la manifestazione #Bastafiamme a Napoli il 25 Luglio+++

A volte la Verità è difficile da vedere, anche se è sotto gli occhi di tutti. La Verità più difficile da fare venire fuori è quella scomoda, quella che fa male, che ci butta giù, che la sera non ci fa dormire, che ci leva il fiato. Fa Paura e a noi non piace avere paura, ci serve calma, tranquillità. Cerchiamo sempre di non vedere le verità scomode, per non cadere nella difficoltà di doverci accusare e poi assolvere.

Capita, sempre più spesso, sempre grazie ai social media, che, al posto di ricercare e capire quale è la verità, ci scegliamo la socialverità che è più comoda, che più ci piace, magari confondendo i commenti degli amici dalle notizie vere. Magari adottiamo come nostra verità il post del politico di riferimento con la sua versione della verità, edulcorata da qualsiasi “parte” della verità stessa che possa nuocere al suo consenso, e la portiamo avanti, serenamente.

Prendiamo ad esempio la questione degli incendi boschivi. In una settimana di luglio in Italia è stata bruciata la stessa superficie che è andata in fiamme l’anno scorso. Secondo la dottoressa Annamaria Luongo, membro del gruppo di Geofisica della Terra Solida dell'Università degli Studi di Salerno, solo nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio sono andati distrutti 1050 ettari di foresta, altamente danneggiati 307 ettari, e 187 ettari hanno subito danni leggeri. Un totale di 1544 ettari di Parco nazionale del Vesuvio. Giusto per ricordarci, l’anno scorso sono andati in fumo 45 ettari di parco nazionale del Vesuvio lato Terzigno.

Dunque abbiamo a che fare con numeri completamente nuovi, il Vesuvio è andato vicino alla totale estinzione della sua foresta, con danni incalcolabili per ambiente in termini di aria e acque e con l’aumento del rischio di dissesto idrogeologico, in un area dove già esiste il rischio di eruzione. In Campania non è solo bruciato il Vesuvio, anche nel Sud della regione si sono visti incendi a macchia d’olio, spesso anche vicino alle abitazioni, e la tragedia si è solo sfiorata grazie alle forze messe in campo dai vigili del fuoco, che hanno svolto un lavoro da medaglia al valore.

Ma di fronte a questo evento, nuovo per le dimensioni e la velocità di propagazione, proprio come accadde con il terrorismo dopo l’11 settembre, iniziano a sentirsi i primi commenti, e spesso si vedono molte persone preparate ed intelligenti attaccarsi ai vecchi schemi, vecchi intendo quelli di un mese fa, vecchi perché è l’evento nuovo che li ha resi tali.

La filiera istituzionale annaspa e rimbalza le responsabilità, tutti danno la colpa ai piromani, dal Presidente Mattarella in giù. Poi ci sono i comitati delle terre dei fuochi, che puntano il dito sugli sversamenti abusivi, molti cittadini danno la colpa di mancata prevenzione alla filiera istituzionale e promettono denunce e assemblee in piazza per mettere al rogo le responsabilità dei politici interessati soltanto a spendere i soldi pubblici in progetti ed azioni che diano visibilità personale più che curare la manutenzione delle foreste, insomma la foresta non vota. Naturalmente i legalisti danno la colpa alla camorra e alle organizzazioni criminali, che gestiranno il futuro business della riforestazione. Poi ci sono quelli de “la colpa è dei cittadini cafoni” devo dire che sono i miei preferiti: per non pensare troppo danno la colpa a tutti quanti politici, cittadini, piromani, camorristi, in modo da potersi assolvere incontumace ed andare avanti a pensare a qualche cosa che possa occupare il loro intelletto. A tutte queste posizioni, tra l’altro perfettamente legittime, si aggiungono anche le bufale e le notizie di sitarielli piccoli e grandi che fanno di tutto per liquidare la notizia con un scoop sensazionale, in questa famiglia di piccolezze italiche passeranno alla storia i gatti imbevuti di benzina ed accesi nella macchia dai cattivi, e il costo orario dei Canadair.

Ad oggi la verità non c’è, spesso per la verità bisogna anche attendere i suoi tempi ed ascoltare mille opinioni, ma due ad ora sono i punti che a mio avviso sono di rilievo.

Il primo è che la diffusione e la dimensione di questi fenomeni è una novità, almeno nella storia recente del Paese, incendio prima significava 50 ettari, non 3000. Tutte le soluzioni a questo fenomeno devono oggi essere riprogrammate su questi numeri, inutile piantumare 1000 acri di foresta se nel giro di 10 giorni di una settimana di extra caldo può andare tutto a fuoco.

La seconda cosa da dire è che non esiste una forza antincendio predisposta per la foresta, tutte le istituzioni e le forze dell’ordine hanno deleghe, ma in sostanza i vigili del fuoco sono addestrati per salvare principalmente uomini e loro proprietà, la ex forestale non è addestrata allo spegnimento ma alla manutenzione del patrimonio boschivo, e le varie istituzioni territoriali come comuni, città metropolitane, regioni, comunità montane ed ente parco, hanno talmente tante deleghe, che quella dell’antincendio delle aree verdi sembra essere una delle tante cose che le varie amministrazioni comunali non seguiranno mai per mancanza di tempo, uomini e mezzi.

Abbiamo tutta l’Estate per continuare a leggere, ad informarci, a capire quello che sta succedendo alla nostra terra. Non perdiamo l’occasione di scoprire una verità tutta nuova, anche se scomoda.

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