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Perché NO (2): i disastri delle riforme

"Voto Sì: chissà quanti anni dovremo aspettare perché ci sia un fermento di novità"

Questa è la frase che ci è arrivata dal commentatore sportivo Bruno

Pizzul sul nostro referendum costituzionale. La prendo ad esempio ovviamente perché è una delle principali e più ricorrenti motivazioni del fronte del "SI". Mi preme soltanto ricordare brevemente quanto segue, in merito alle scorse, passate incredibili ed innovative riforme.

Il REFERENDUM SEGNI

Ricordo quel referendum e ricordo chiaramente di avere votato nel 1993 "SI" per cambiare il sistema di voto proporzionale con quello maggioritario. Il regalo che questa riforma ci ha portato è stato 20 anni di Paese in mano a Silvio Berlusconi. Volevo farvi riflettere su quanto segue: 1) che vi sia piaciuto o no, l'esperienza politica di Berlusconi è stata caratterizzata dal dubbio sulla liceità della sua azione politica, grazie al conflitto di interessi 2) quando si è approvata la riforma Berlusconi politicamente non esisteva. E' sceso in campo nel 1994.

Solo dopo l'approvazione di un testo di riforma si appalesano gli attori in grado di competere in quella nuova arena elettorale, va da se che se passa la riforma, difficilmente resteranno gli stessi attori.

LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE NEI COMUNI

Anche questa riforma, come tante altre, è nata con le migliori intenzioni, ma l'elezione diretta del Sindaco nelle grandi e medie città, ha portato ad affacciarsi alla vita politica una generazione di amministratori del tutto diversi nella tipologia di persone e nel modo di amministrare. Riassumendo, il fatto di dovere competere per la elezione diretta, il Comune è diventato un centro di spesa atto a favorire la rielezione del Sindaco o di qualcuno di quel gruppo dirigente. Questo atteggiamento di Governance ha portato ad un grande fabbisogno di cassa da parte dei comuni stessi, le cui amministrazioni devono essere in grado di realizzare il programma o soddisfare promesse fatte ad amici ed elettori. La grande voracità ha portato ad un aumento delle società miste e dei dipendenti delle stesse delle licenze a costruire, ampliamenti dei piani regolatori, apertura di centri commerciali, inceneritori, rigassificatori o cementifici. Situazioni- fotocopia che avemmo il modo di registrare nel 2006 con la nascita dei meetup, quando, in contesti nazionale, tutti gli attivisti trovavano situazioni fotocopia create a ridosso dei principali comuni del Paese. L'aspetto negativo di questa riforma in particolare ha favorito la nascita e crescita di movimenti di protesta come il Movimento 5 Stelle in Italia.

CONCLUDENDO

Se la storia ci ha insegnato qualcosa in questo paese, è di ragionare sempre sulle riforme, cercare il nuovo, m,a evitare entusiasmi (come quello post mani pulite che mi ha visto votare al referendum di Segni) perché da una riforma, fatta con le migliori intenzioni, ci si può aspettare di tutto.

Davide Gatto

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