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Alec Ross - Il Nostro futuro


Il libro viene presentato come un bestseller. Alec Ross della Columbia University pubblica questo libro dopo esser stato consigliere di Barack Obama.

Il primo capitolo descrive i progressi che la robotica ha fatto in questi ultimi anni, e le grandi prospettive del suo futuro della robotica, che influenzeranno l’economia, la società e la modalità di fare azienda in modo da integrare l’operato, sempre più raffinato dei computer e dei robot che sostituiscono i lavoratori nelle tante mansioni. In questo capitolo Ross ci spiega che secondo lui la robotica è all’anno zero, un po come era internet negli anni’90. Insomma non mancherà molto al definitivo decollo di questo comparto industriale, che è già fortissimo, ad esempio nell’uso militare e medico chirurgico.

Nel secondo capitolo (il libro è scritto in compartimenti) si parla di genetica, ad esempio applicata alla guarigione dalla leucemia. Leucemia ma non solo. Una volta avuto il genoma, nasce la genomica, il professore Vogelstein e i suoi colleghi ad esempio hanno dimostrato come le mutazioni del DNA si trasformano in cancro. Ed oltre 150 differenti geni sono stati riconosciuti come attori chiave nella diffusione e nello sviluppo del Cancro. Grandi possibilità e sviluppi si avranno nel mondo della cura alle malattie del cervello, ovviamente la genomica desta preoccupazioni sul campo etico morale, il fatto ad esempio che i genitori possano scegliere un figlio alterato per evitare certe malattie ereditarie oppure semplicemente per avere le gambe più lunghe, insomma decine di dibattiti e libri sono stati fatti in materia, ma l’autore fa osservare che mentre si discute di etica della genomica in Europa e Stati Uniti, altrove gli studi e le ricerche sono andati avanti, soprattutto per quanto riguarda il “continente” Cina, oramai arrivato a ottimo livello nei suoi centri di ricerca.

Il terzo capitolo parla della nuova moneta, mentre i primi due capitoli li ho letti e interpretati per quello che sono per me, un buon ripasso, questo rappresenta una novità, ovviamente per quanto riguarda le mie letture, questo capitolo entra nel vivo di un tema che oggettivamente non viene trattato in giro come la robotica e la genomica. Anzi, consiglio il lettore che già abbia letto testi in merito di saltare a pie pari questi capitoli ed iniziare direttamente dal terzo.

Sul tema nuova moneta invece pare sia esperto e soprattutto vicino agli uomini di Palo Alto che nel futuro prossimo venturo faranno la differenza.

Ross inizia la sua trattazione parlando di Jack Dorsey, AD di Twitter e di Square, proprio di quest’ultima azienda intende parlare. Square è una piattaforma di pagamento attraverso tablet e cellulari. Square ha già festeggiato il miliardesimo pagamento, e ha una serie di agguerritissimi concorrenti, Apple Pay, Google Wallet e differenti startup come Stripe. Ovviamente terreno di conquista è sicuramente il mercato delle carte di credito, ma appare chiaro che queste metodologie di pagamento senza carta e con il cellulare aprano a prospettive in tutto il mondo, nei paesi africani in quanto l’acquisto di smartphone sta crescendo a livelli esponenziali. La trattazione passa ad analizzare l’esperienza di E-bay e di piattaforme di condivisione come UBER e AIRBNB. Di un certo interesse quando il libro arriva a bitcoin, al loro state of the art, e alla loro genesi, che trattandosi di internet e moneta, non può che essere nata sotto una genesi ideologica, se vogliamo favorevole alla rete e anti capitalista.

Particolarmente interessante il passaggio che descrive nascita e funzionamento del bitcoin e la “blockchain”, il sistema di funzionamento del bitcoin “decentrato” che fra funzionare il bitcoin.

Bitcoin nasce nel 2008 sfruttando il sentimento di estrema sfiducia nelle istituzioni finanziarie, bypassandole. In effetti la bitcoin risolve il problema che avevano le altre criptovalute con dei blocchi che registrano le varie transazioni e che vengono trasmessi a tutti, impossibile falsificare il bitcoin x che i blocchi ce l’hanno tutti e contengono la storia di tutti. Si crea una catena di blocchi che fa funzio nare un registro di transazioni realmente affidabile, aggiornato e pubblicamente disponibile, possiamo parlare di un grande Network di fiducia, creato con un codice. Si punta ad un circolante di 21 milioni di bitcoin, poi arrivati a questo tetto, i bitcoin circoleranno tra l’utenza.

Ovviamente la Blockchain non ha ottenuto commenti lusinghieri da parte degli economisti tradizionali, va detto che molti la ritengono una frode ai vari paesi sovrani, volta ad evitare le imposte, altri hanno opinioni altalenanti, altri invece riconoscono in questo sistema qualcosa di innovativo. Ross crede che il bitcoin non prenderà il posto del denaro, ma il sistema di blockchain diventerà con buona probabilità, un protocollo che verrà utilizzato, come fosse il nuovo html, ma ovviamente in campo di transazioni e scambi economici. Il sistema di “blockchain” rivoluzionerà il mondo degli atti delle transazioni immobiliari e degli atti notarili, tutto verrà fatto con 1/5 della spesa e sarà subito pubblico, tutto cambierà, proprio come quando arrivò Google e prevalse sugli altri motori di ricerca, innovando l’intera rete. Così questo sistema innovativo che regola le cosidette criptovalute sarà utilizzato e modificherà decine di diversi tipi di transazioni.

Ben ci sta, al capitolo successivo, una disamina sulla storia e lo sviluppo della cybersicurezza che passerà in pochi anni da 3,5 miliardi di indotto a 120 miliardi; resta da stabilire per il futuro (e il dibattito è ancora aperto) se questo mercato sarà tutto privato o si tratterà di subcontractors pubblici in difesa del bene comune.

Il capitolo successivo copre il tema futuribile e tanto discusso dei big data e delle società che sono nel settore, una delle quali, la ATOS, è stata anche sponsor mondiale alle olimpiadi di Rio 2016. Ross porta alcuni esempi di quello che potrebbero fare i big data, ad esempio aiutare l’agricoltura, trasformando attraverso alcune innovazioni di processo e di prodotto, con Fieldscripts di Monsanto o tramite una app dell’IPAD che si chiama FieldView, migliorando la effettiva produttività, qualità e quantità del prodotto.

Oltre a questo Ross apre una parentesi sulle big data e l’uso che ne ha fatto Barack Obama nel 2008, una esperienza vissuta in prima persona che decisamente conferisce valore aggiunto a questo paragrafo.

Ci parla delle mail inviate per il fund raising della campagna elettorale per le presidenziali e di come effettivamente i big data non sono la panacea, non sono precisissimi, ma se si guarda la globalità della cosa, Obama ha fatto il pieno come mai nella storia di finanziamenti attraverso mail mandate con i data base forniti dai big data.

L’argomento è complesso e viene trattato in poche pagine con una buona approssimazione da una persona che conosce problematiche della questione. Lui intravede soprattutto due grandi sviluppi, quello relativo alla possibilità di tradurre i principali 90 linguaggi della terra in tempo reale e il problema della sovrappopolazione e della produzione di cibo per tutti gli abitanti del globo. Ovviamente le possibilità offerte dai big data non sono limitate solo a questo, ad esempio applicazione affascinante sono i modelli predittivi come ha costruito la ditta Palantir, che ricostruisce degli scenari valutando la percentuale di avverarsi di un determinato evento, ad esempio il bombardamento di un obiettivo militare in uno scenario di guerra. Appare chiaro che in questo sistema nasce il problema della privacy e del trattamento di questo mare di dati, ma questo pare sia lo sviluppo di questo paradigma nel futuro e non saranno individui che cercano di proteggere i loro dati personali a ostacolare questo grande business dell’oggi e del domani.

Dopo aver spiegato senza annoiare il lettore di quelle che sono state secondo lui le principali novità in termini di innovazione e quello che accadrà nei prossimi 20 anni, dal libro nasce una scintilla, una considerazione che risplende tra le pagine anche abbastanza monotone del Giovane esperto di innovazione. E’ il momento delle soluzioni. Ross non declama un modello, ma non può fare a meno di dare le sue ricette, di trarre le somme da quello che ha vissuto al fianco di Hillary Clinton in giro per il mondo.

Sono osservazioni empiriche, che hanno poco di scientifico, ma che in sostanza sono tutto il valore aggiunto di un libro che senza queste osservazioni non sarebbe altro che una buona raccolta di innovazioni e trends per il futuro. Come dobbiamo fare per fare una Silicon Valley da noi? Questa è la domanda che gli hanno rivolto in tutto il mondo. Pur sapendo che quella esperienza è irripetibile e difficilmente riproducibile, Alec Ross ha pensato spesso ad una risposta a quella domanda, cambiandola un po. Ad esempio, cosa dobbiamo fare per garantire felicità e prosperità economica ai nostri figli? Certo la sua risposta è molto legata al mondo dell’innovazione tecnologica, ma alla fine non si fa attendere.

Chiaro, lampante è l’esempio di Estonia e Bielorussia, che sono uscite lo stesso giorno dall’Unione Sovietica e che da sole hanno scelto una politica di apertura o di chiusura rispetto a questi trend Mondiali. Lui la chiama scelta tra “fila per il pane o banda largaLaar, primo ministro nel 1992, cercò e riuscì ad intraprendere un percorso di riforme e innovazioni, investendo sui new media, oggi l‘Estonia è l’esempio mondiale del “piccolo paese che ce l’ha fatta”. A differenza dell’Estonia, la Bielorussia, invece di aprirsi, si è chiuso. E la responsabilità viene attribuita a Aleksandr Lukasenko, patito del controllo e neo luddista. E, arriva, parlando poi dell’Ucraina e dell’Africa, “oramai non conta se sei di destra o sinistra, ma se sei aperto o chiuso”, in un mondo dove la differenza sarà tra chi programmerà i robot e chi prenderà ordini dai robot, l'essere aperti p chiusi rispetto alle innovazioni ci sembra una considerazione da prendere seriamente in considerazione.

Davide Gatto

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