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Barroso in Goldman Sachs. Una manna per gli Euroscettci...


"Jose Manuel Barroso è stato nominato Presidente di Goldman Sachs International, e ci supporterà nell'attività di advisory per i nostri clienti in Europa e nel mondo in diversi ambiti. Questa decisione non ha nulla a che fare con l'esito del voto sulla Brexit. Abbiamo avviato i contatti con Barroso quando l'opinione prevalente era a favore del successo del Remain, un risultato che avremmo preferito e che abbiamo pubblicamente sostenuto". Questa la semplice ANSA ricavata da un comunicato stampa della Goldman Sachs.

Dunque l' ex premier portoghese e Presidente della Commissione Europea dal 2004 al 2014 diventa consulente di Goldman Sachs nei burrascosi mesi di Brexit In modo da tranquillizzare investitori e istituzioni presenti nella grande banca che si è assicurato un vero esperto di Bruxelles e delle sue piccola grandi trappole di burocrazia.

Questa nomina, non è piaciuta al governo francese, che tramite il sottosegretario francese agli affari europei, Harlem Desir ha fatto sapere che si tratta di un regalo agli euroscettici, tra l’altro Desir ha anche chiesto di cambiare, il "codice di comportamento" dei commissari, che già devono chiedere nei 18 mesi successivi alla fine del loro mandato, una specifica autorizzazione a Bruxelles per lavorare per un gruppo privato. "E' necessario allungare la durata del divieto, ampliare le incompatibilità, rafforzare i controlli", ha commentato il sottosegretario francese.

Al di la delle modifiche, sacrosante, al codice di comportamento x i commissari, va detto che il rapporto Barroso/GS ha avuto diversi punti negli anni della sua carriera da Presidente della EU Commission che possiamo definire delle ferite ancora aperte.

Innanzitutto il rapporto con la politica diventa quotidiano attraverso le famose agenzie di rating, usate spesso anche dai politici della commissione per valutare le performance degli stati membri, esiste un acclarato e palese conflitto di interessi tra attori del mercato come la Goldman Sachs e le agenzie di Rating tipo Moody’s, in pratica il controllato possiede il controllore. Fatto grave è proprio il grande affidamento che i politici e la politica da a queste agenzie. Vero è che Goldman Sachs fa delle previsioni e le previsioni non sono mai infallibili, specie in momenti di turbolenza, ma è anche vero che i politici della nuova Europa, anche quelli delle commissioni Barroso, hanno dato troppa importanza a questi rapporti, non capendo effettivamente come farne uso. A questo proposito scrive Martin Schultz nel suo "il gigante incatenato", :"Oramai ci siamo abituati al fatto che queste (le ag di rating) dettino le loro ricette ai singoli governi o all'intera UE, minacciando apertamente di abbassare il rating di chi non segue i loro "consigli" ... non possiamo esimerci dal fare autocritica: siamo stati noi stessi a vincolarci alle agenzie di Rating, stabilendo per legge che le loro valutazioni abbiano precise conseguenze, gli abbiamo così attribuito un potere che esse a malapena riescono a gestire e che rischia di indurle in tentazione..."

Ovviamente non possiamo dimenticare che le principali banche nazionali del tesoro, che di norma dovrebbero appartenere al popolo, sono influenzate e gestite da uomini che hanno passato molti anni in banche come la Goldman Sachs. Il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è un italiano, ma è uomo che non si è formato in Banca d’Italia, ma nella banca statunitense. Ed è inutile rimarcare che le nomine ai vertici della Federal Reserve sono spesso a carico di uomini cresciuti nella famosa banca americana.

Ma non c’è solo il punto legato alle “interferenze” con agenzie di rating e alle banche centrali, esistono decine di episodi legati in particolare alla Goldman Sachs dove si vede questa istituzione influire sulla politica stessa e sul governo dei paesi. Vediamone alcuni esempi:

  1. La valutazione errata di GS sull’ economia Greca, dove la banca ha venduto alla Grecia nel 2000 un famoso swap al governo dell’allora socialista Costas Simitis pare sia stato uno dei principali motivi del default dello stato dell’Europa mediterranea.

  2. in Italia dal 2005 Mario Monti (già commissario europeo e nominato presidente del Consiglio nel 2011) lavora per la banca d’affari: dal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”.

  3. il ruolo di GS nella famosa crisi finanziaria del 2008, la crisi che ha portato al fallimento della Lehman Brothers.

Dunque, in particolare dal 2000 al 2011 questa banca è stata spesso nell’occhio del ciclone e troppo spesso ad altissimi livelli questa banca si è sostituita anche ai controllori, magari per nascondere operazioni che le hanno portato dei profitti. Ecco il punto è proprio questo. I profitti.

Un uomo politico può lavorare per i profitti di una banca? A me hanno insegnato che la politica serve a massimizzare il benessere sociale non per migliorare i profitti di pochi o pochissimi attori, è importante il ruolo di un attore come la Goldman Sachs, ma bisogna stare attenti a quello che questo attore può fare interagendo con le istituzioni. E gli uomini delle istituzioni sono lì per rendere migliore la vita dei 500 milioni di cittadini europei oppure per massimizzare il profitto di una importante banca americana? Con queste domande faccio i miei migliori auguri al neo presidente Barroso.

Davide Gatto

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