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Olimpiadi, ci vuole coRAGGIo!

Oggi è quanto mai di attualità il pensiero rivolto alle Olimpiadi di Roma del 2024. Roma dovrebbe partecipare alla gara per diventare città ospitante le olimpiadi? Espongo brevemente il mio pensiero.

Partecipare a questa gara per l'aggiudicazione del titolo di "città ospitante" equivale ad una gigantesca lotteria, e giocare d'azzardo con i soldi pubblici non è mai un buon affare.

Scorriamo la vasta letteratura riguardante i costi e i disastri "post olimpici", (Vedi la galleria fotografica).

Ma andiamo per gradi:

"Le Olimpiadi sono costate alla Grecia quasi 7 miliardi euro. L’opinione di numerosi esperti è che l’economia greca non era in grado di finanziare le Olimpiadi: l’evento non fu la causa della crisi del paese, ma certamente contribuì a peggiorare rapidamente la situazione. La Grecia comunque è in buona compagnia: le Olimpiadi di Pechino costarono circa 30 miliardi di euro, quelle invernali di Sochi addirittura 40 miliardi, una cifra incomprensibile per un paese che ha difficoltà politiche ed economiche come la Russia. Montreal ha perso quasi un miliardo di dollari per aver organizzato i Giochi del 1976 (e ci sono voluti 30 anni per ripagare il debito), mentre la città di Nagano, in Giappone, che ha ospitato le Olimpiadi invernali del 1998, deve ancora ripagare completamente i debiti." (fonte: il Post)

E se andiamo su manifestazioni recenti, la litania delle "epic failures" non si interrompe. Sochi, già citata, in Russia è la manifestazione che è risultata più costosa nella storia delle olimpiadi. Tra le tante opere assurde, una linea ferroviaria che collegava il sito olimpico con la costa. Appena un anno dopo Sochi 2014, e un po ' più di un anno nella vita della ferrovia, i treni sono a malapena in funzione.

Pechino sembra essere stata più fortunata, in quanto almeno i principali plessi sportivi edificati, sono anche oggi oggetto di visita da parte dei turisti. Esempio quello della capitale cinese che fa il paio con Barcellona, quest'ultimo utilizzato come esempio da tutti i comitati promotori che si ritrova ancora oggi il riuscito rifacimento del waterfront e la famosa piscina olimpica a due passi dal museo mirò con affaccio sulla città catalana. A queste due città, dal fronte del "no" vengono opposti i casi di Atene e Sarajevo, che con buona probabilità sono i due casi dove l'impatto dell' organizzazione delle olimpiadi è stato a dire poco drammatico.

"The Olimpic City" è un progetto in corso degli artisti Pack e Hustwit che esaminano l' eredità dei Giochi Olimpici di ex città ospitanti in tutto il mondo . Dal 2008, Pack and Hustwit hanno cercato e fotografato i successi e gli insuccessi. Finora hanno documentato Atene, Barcellona , Città del Messico, Los Angeles , Montreal , Lake Placid , Roma e Sarajevo , e hanno l'intenzione di fare report su Pechino , Mosca, Berlino, Londra , e in altre città olimpiche . Il progetto prevede anche la pubblicazione e l'organizzazione di mostre ogni tanto, intanto vediamo nella galleria alcune delle loro foto.

Il problema sembra essere il riuso delle strutture sportive e soprattutto del villaggio olimpico, sempre costruito daccapo e lasciato in rovina o diventata periferia nelle varie città olimpiche. Ovviamente è un problema davvero strutturale. L'esempio virtuoso è quello di Calgary, dove 5 plessi del villaggio olimpico sono stati usati come residenze studentesche per l'università di Calgary. Allora le idee ci sono, ma i palazzinari romani lasceranno davvero tutto questo bendiddio alle università romane o cercheranno una dannosa quanto inevitabile speculazione immobiliare che creerà un altra periferia da gestire?

Un altra questione è quella della tempistica per il recupero e la trasformazione delle aree interessate. Mentre la parte del villaggio olimpico può fare gola a qualche immobiliarista, la trasformazione dell'area pubblica può avere dei problemi in quanto i fondi previsti per la trasformazione successiva all'evento possono essere "risucchiati" nel capitolo per l'organizzazione dell'evento e quindi non più disponibili immediatamente, dunque nel mentre si rifinanzia la trasformazione, le strutture deperiscono.

E' quanto è accaduto a Londra, dove i tempi per la trasformazione e il riuso del parco olimpico sembrano allungarsi, al punto che gli appartamenti del vecchio villaggio olimpico stentano a decollare in quanto l'adiacente parco è ancora un cantiere. Eppure tutto il villaggio era stato acquistato dalla quatari diar real estate. Tutto lavoro lasciato in eredità dal sindaco Boris al nuovo sindaco Sadiq Kahn, che tra il riuso delle strutture, il rifacimento del parco e una attenzione al debito generatosi grazie a questa manifestazione, non avrà molto da sorridere.

Ancora oggi, in un Paese indebitato con una capitale indebitata, si può ragionevolmente parlare di organizzare dei giochi olimpici, finanziandoli con il debito?

E' etico sottrarre fondi alla popolazione più debole per organizzare faraoniche rappresentazioni di noi stessi? Ricordiamoci che, mediamente, il debito per l'organizzazione delle olimpiadi si va a estinguere in media in una ventina di anni.

Basti ricordare cosa è successo in Brasile con in mondiali di Calcio, le tante contestazioni.

In definitiva, la mia opinione è che non si tratta di una missione impossibile, ma bisogna tenere dei paletti fermi nel pensare all'organizzazione delle olimpiadi capitoline. Facili e comprensibili, tipo:

  • Riuso del villaggio olimpico come residenza universitaria (Calgary)

  • Uso di impianti sportivi esistenti, anche fuori città, se non fuori regione (olimpiadi diffuse).

  • Definire da subito la destinazione post-olimpica di tutti gli impianti, loro trasformazione o eventuale modalità di gestione con budget precisi

  • Tetto di spesa e analisi costi benefici, costruendo un finanziamento per la manifestazione ad hoc che non impatti sulla gestione corrente futura e che si vada a spalmare in 30 anni.

Davide Gatto

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