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Salerno, le Grandi Coalizioni e il Partito della Città

In questo breve articolo presento un commento e una analisi dei flussi elettorali e, se ci riesco, a farne una analisi politica. Naturalmente, parlando di Salerno, mi partirà spesso una vena ironica, Per questo chiedo scusa anticipatamente alle persone che nomino, non è mia intenzione recare offesa a chiunque.

Oltre questa analisi, andrebbero presi in considerazione i budget spesi dalle diverse coalizioni in campo, mi riservo di commentare in futuro questo dato con maggiore approssimazione.

Iniziamo con una analisi dei numeri.

Dal 2011 al 2016 nelle liste elettorali della città di Salerno mancano 2474 elettori.

Non vi preoccupate, non sono morti e non sono emigrati, e non sono sintomo di nessun disagio sociale. Evidentemente alcuni salernitani vivono la loro vita come Benjamin Button, e in questi 5 anni sono andati sotto i 18 anni, perdendo il diritto di voto e ritrovando la verginità.

Oltre a questo dato, abbiamo la percentuale di affluenza alle urne, che ci da un numero curioso, il 68%, una via di mezzo tra il 78% delle comunali del 2011 e il 60% cittadino delle scorse elezioni regionali. Fatto sta che in termini assoluti mancano all'appello 13500 voti validi.

In questo calo di adesioni al voto c’è il buco generato dall’assenza della lista del movimento 5 stelle, del quale parleremo dopo.

Ma entriamo senza indugio nel mondo dei voti validi, analizzando i voti delle varie coalizioni

IL sindaco Napoli prende 53.218 voti, per capirci 343 voti a sezione, perdendo 13500 voti di preferenza dalle scorse comunali, dove il sindaco de Luca prese la bellezza di 430 voti per seggio. Conosco molto bene le regole del gioco, la vittoria di Napoli è legittima, ma va segnalato il dato politico che vince col voto di preferenza del 46,35% degli aventi diritto, mentre di solito il centro sinistra vinceva "da solo" e ottenendo anche la maggioranza assoluta dei voti dei Salernitani. Un deciso "crollo", che almeno giustifica la gente che si lamenta del governo cittadino nei bar salernitani.

Il dato odierno alla coalizione di Centro Sinistra si posiziona tra il valore delle scorse comunali del 2011, più alto, e i voti, più bassi, dati a de luca presidente alle regionali 2015, che si attesta intorno ai 300 voti per seggio, presi grazie ad un calo (abbastanza fisiologico) dell'affluenza al voto che caratterizza le consultazioni regionali in quanto ci sono meno candidati sul territorio.

A prima vista 343 voti a seggio sembrerebbero indicare un successo personale del nuovo sindaco Napoli, che addirittura prende più voti a Salerno Città di De Luca stesso alle regionali. Parlando di merito di un successo elettorale del nuovo sindaco mi pare addirittura azzardato, a mio avviso le ragioni di questa vittoria vanno cercate altrove.

Pare di capire che ci sia stato un trasferimento decisamente intenso tra i voti presi da Caldoro presidente alle regionali e la lista di Vincenzo Napoli alle comunali 2016, segno abbastanza chiaro che certi equilibri negli uffici di competenza della Regione sono cambiati nel capoluogo.

Si è verificato Il fenomeno ,abbastanza frequente in tutto il mondo, di coloro i quali “salgono sul carro del vincitore” dopo le regionali, questo flusso è caratterizzato da elettori che precedentemente appartenevano ad uno schieramento opposto al centro sinistra. Difatti questo trasferimento di voti è stato letale e ha determinato specularmente l’insuccesso delle liste di Centro Destra, cambiando nettamente il quadro politico in città.

La cosa interessante è che la coalizione di Napoli, si posiziona preoccupantemente al centro di un arena ideologica che copre “da Sel a Verdini”, ricostituendo un pentapartito nell'anno 2016 che sarà difficile da scalzare in futuro.

Dal PDN (Partito della Nazione) oramai famoso, ad un PDC (Partito della Città) che occupa mai come oggi, mai in maniera così evidente, l’arena moderata e quella socialdemocratica nello stesso momento, al governo cittadino, in una città che avendo perso i "potentati" di centro destra come riferimento, oramai ha un unico referente istituzionale.

Il mondo partitico cittadino, come nella Zion di Matrix dei fratelli wachowski, si rifugia sotto l'ombrello del centro sinistra cittadino, che pare essere l'unico baluardo che possa reggere ai colpi del populismo demagogico imperante. Un successo corale dunque, dovuto alla coalizione esistente e a coloro i quali nuovi di questa coalizione, prima militavano nel centrodestra.

Passiamo ora in rassegna i risultati delle coalizioni di opposizione.

Il Centro Destra vede un Celano sgonfio fino all’ inverosimile, i movimenti di voto da questa area verso De Luca e verso l’astensione sono al di la di ogni possibile previsione.

Santoro ottiene un buon risultato, grazie anche all’ assenza del movimento 5 stelle, stessa cosa dicasi per Cammarota, che è dentro al consiglio comunale per una manciata di voti.

Lambiase e la sua lista "Salerno di tutti" aumenta in un anno il voto in maniera esponenziale, la lista, tra quelle dell’opposizione, è quella che si fa notare con un vero e proprio boom di voti, considerando che nel 2015 Salvatore Vozza Presidente, con una lista della stessa area in città prende l’1,81 di voti. Dunque hanno di che festeggiare arrivando quasi ad un ottimo 4%.

Seguono quelli che chiamo “the millenials”, le coalizioni da 1000 voti o giù di li, 1000 voti che denotano buona volontà Cassandra, Iannone e Adinolfi, ottimi professionisti, ottime persone che, vedendo passare il treno delle elezioni comunali, hanno deciso di sdraiarsi sui binari…poco male, le fratture dopo un mese di gesso, guariscono.

Ma dove saranno finiti i voti del MoVimento 5 Stelle in queste elezioni comunali? Non dispongo di dati e raffinati strumenti analitici, cerco di dare una mia, salomonica versione di come sono andati i fatti, per quello che può servire ovviamente. Certo gli 8000 voti presi da Valeria Ciarambino alle regionali del 2015 in città avrebbero fatto gola a chiunque. A mio avviso una metà dei voti (4000) è andata in astensione, un 2000 voti sono andati ad alcune liste del centrodestra, soprattutto Celano e Cammarota, 1000 voti sono andati a Santoro, e 1000 a Lambiase. (Sperando di avere accontentato tutti quanti).

Terminata questa breve rassegna, preferirei tornare sulla coalizione vincente e agli elementi di novità che credo sia interessante sottolineare.

La crisi di rappresentanza dei partiti incorona e rende credibile ai più questo curioso rassemblement, che copre tutte le aree ideologiche di un certo peso oggi presenti nel mondo occidentale.

I partiti tradizionali, in decisa crisi si chiudono e fanno quadrato dentro questo caravanserraglio di temi e ideologie, snaturando anche la solita composizione delle coalizioni deluchiane, certamente orientate verso un deciso e convinto schema di centro sinistra riveduto e corretto dalle famose tre liste civiche.

Questo rifugiarsi in coalizioni più ampie, che appena pochi mesi fa venivano definiti “inciuci” nasce dalla volontà di difendere le istituzioni partitiche dai cittadini che chiedono maggiore serietà nel momento amministrativo, risposte concrete, valore aggiunto prodotto dagli uffici pubblici, la fine del familismo, e un rilevante taglio dei costi della cosiddetta “casta”, linfa vitale proprio per il momento elettorale.

Guarda caso nel campo dell’Opposizione il civismo di Lambiase e dei suoi compagni di avventura,di Cammarota, Celano e Santoro, prende il sopravvento sui brandelli partitici di Adinolfi in “Adinolfi”, di Iannone con il simbolo di Fratelli d’Italia e Cassandra, che è tra quelli che ha fatto la campagna più istituzionale degli altri, invitando testimonial di sodalizi nazionali quali Passera e Tosi.

Dunque cittadini al 54%, che chiedono sempre più assiduamente che i loro diritti minimi vengano rispettati, dall'altra parte una coalizione uscente che avendo sempre meno appeal, dovendo rinunciare all’ uomo forte, al fine di raggiungere i risultati sperati è costretta a duplicare le condizioni politiche della Commissione Europea, della Bundestag e del nostro Governo nazionale, cercando ossigeno per alimentarsi tra loro e mischiando in modo pericoloso liberismo e socialdemocrazia, lasciando però sempre più spazi a situazioni come quelle accadute recentemente per la presidenza austriaca, dove una destra xenofoba si è confrontata con i verdi, cancellando di fatto liberali e socialdemocratici. Ovvio tutto questo sotto il rassicurante ombrello del presidente della regione, carta sempre vincente, che gestisce insieme a Vincenzo Napoli e ai due figlioli manovre, manovratori e manovrati.

La Salerno di Napoli, oramai sulla via della grande coalizione o del Partito Unico, si manterrà in piedi per tante altre consiliature, mantenendo una oligarchia di potere stabile e realizzando il ritorno di un quadro politico molto simile a quello che fu nel nostro dopoguerra fino all’ introduzione del maggioritario, legge elettorale che avrebbe dovuto garantire l’alternanza dei governi scelti dai cittadini.

Davide Gatto

www.ilgattoquotidiano.info

Edit: A proposito dell'analisi dei flussi dell'istituto Cattaneo

Questi sono i voti presi dal movimento 5 stelle e dal Centrosinistra o PD a Salerno:

  • Comunali 2011: Coalizione De Luca Sindaco 66761 voti 74% MoVimento 5 Stelle 1676 voti 1.87%

  • Politiche 2013: PD (De luca non concorreva se non con Fulvio Bonavitacola, già in posizione utile ad essere eletto) 23476 voti 29% MoVimento 5 Stelle 18958 Voti pari al 23,52%

  • Europee 2014: PD (De luca non concorreva ) 26910 voti pari al 45,91% MoVimento 5 Stelle 13546 pari al 23,11%

  • Regionali 2015: Coalizione De Luca Sindaco 45745 68,72% MoVimento 5 Stelle 8091 voti 12,15%

  • Comunali 2016: Coalizione Napoli Sindaco 53218 pari al 70,49% degli aventi diritto. MoVimento 5 Stelle N.P.

Appare evidente che esiste una differenza nel valore del MoVimento 5 Stelle che è voto di opinione e cambia quando la macchina elettorale deluchiana è in moto. E' quanto mai visibile il fatto che è esistita una parte dell'elettorato che vota de luca alle comunali, che, in assenza di indicazioni da parte di De Luca, ha votato per il MoVimento 5 Stelle in città nel 2013, voti che questo tipo di elettorato aveva già "restituito" a DE Luca alle Regionali.

L'istituto Cattaneo addirittura scrive:

"Salerno è un caso molto particolare. Qui il vincitore (Vincenzo Napoli), esponente del centrosinistra, si è imposto a mani basse, surclassando con il suo 70,5% tutti i suoi avversari. I flussi evidenziano dunque la capacità di questo candidato di conquistare voti da tutti gli schieramenti, oltre che dal Pd. Gli elettori del Movimento 5 stelle, in queste elezioni privi di un loro candidato, si dirigono in massa verso il citato Vincenzo Napoli. "

Difatti secondo questo modello, il flusso dal m5s a Vincenzo Napoli è doppio rispetto a quello verificatosi a Napoli città dal m5s a favore del sindaco De Magistris. Non mi pare credibile, alla luce dei numeri presentati, una analisi politica di questo genere in quanto il posizionamento politico di De Magistris è sensibilmente più vicino al movimento 5 stelle del PD deluchiano.

Mentre il dato del MoVimento 5 Stelle, pur essendo vero nei numeri, non tiene conto che il vero "numero" in città è quello che si prende quando compete la macchina da guerra comunale, nel Caso dei flussi dal centro destra alla coalizione di Napoli, pare confermarsi in tutte le altre consultazioni, partendo dai 17622 voti del pdl nel 2013 (nel 2011 Anna Ferrazzano prese 15 mila voti) i 9215 delle europee, gli 11253 voti a Caldoro per le regionali, dimezzatosi alle comunali. Allora si che si avverte un flusso dal dopo Caldoro alla coalizione unica sotto il coordinamento del Presidente della regione, con la controprova che i voti di preferenza alle liste non superano certi valori se non nella coalizione unica dell'establishment salernitano.

Vittoria del Presidente della Regione, che però ha saputo accogliere moderati verdiniani verdi e tutte le componenti presenti nelle sue liste civiche, in termini di voti vittoria corale dell'estabilishment in città che oramai insiste sotto un ombrello unico.

I Cittadini sono avvertiti.

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