Kosuth, Cattelan e la Fontana scomparsa.
In questi giorni è comparso sul giornale “la Città di Salerno” a firma di Barbara Cangiano un articolo che ritraeva un Joseph Kosuth, infermo e appesantito visitare la città di Salerno. Non so dirvi quale emozione mi ha suscitato.
Come a molti è noto, ma lo ripetiamo, Kosuth avrebbe dovuto realizzare già 15 anni fa delle scritte al neon sui palazzi della cittadella giudiziaria. Prezzo 800 milioni delle vecchie lire.
Un ritardo di programmazione legato ai ritardi nell’edificazione della cittadella giudiziaria che ci apre una finestra spazio temporale verso quello che voleva essere il progetto di Salerno “rilanciata” da opere concettuali e artisti internazionali, progetto che forse si è già perso tra luminarie di natale e mercatini, tutto cafone, ma di grande richiamo popolare e commerciale.
L’opera D’arte di natura concettuale è il suo significato, non è la scritta in neon in se, né la frase, ma l’artista che mantiene il suo impegno realizzativo, segnato dalla vecchiaia, che non rinuncia a lasciare il suo segno, sebbene demodè. Ovviamente l’opera era già fuori moda quando è stata scelta, ma adesso dopo 15 anni diventa già deliziosamente “vintage”, da assicurare alla Soprintendenza un minuto dopo la futura inaugurazione.
L’opera è assolutamente avulsa dal contesto e resto della mia idea sul concorso di opere tenutosi 15 anni fa. Una occasione mancata che ha segnato per sempre il percorso culturale in città per favorire i soliti meccanismi che da anni sostengono il centro sinistra.
Ovviamente non si tratta più di una novità, anzi di una artista oramai legato a Napoli, ma abbastanza bistrattato ultimamente, la provocazione del neon nella città delle “lucinesi” sembrerebbe anche abbastanza “metabolizzata” come scrivono sul quotidiano salernitano, basti pensare che Kosuth realizzò l’istallazione natalizia a piazza del Plebiscito nel natale del 2001(ripensare il vero), e oramai realizzata e acquisita “Dante”, la fermata della metro napoletana dove troneggia da anni la scritta dell’oramai nostro maestro americano.
L’appalto può essere rivisto e l’incarico dato ad ARTstar più attuali. Esiste la fattibilità teorico giuridica, e la possibilità di spendere questi 400 mila euro diversamente va segnalata ai lettori. Ma si sa, quello che sceglie la coppia Bonito-Bicienzo, anche se andata in prescrizione, non si tocca, anche se, per come va l’arte concettuale, stiamo pagando oggi, nel 2016 un ingaggio per la Salernitana del grande giocatore Michel Platini. Un affarone.
Nonostante queste mie critiche negative, che ovviamente resteranno inascoltate, faccio i miei migliori auguri di buon lavoro all’artista ultrasettantenne e a questa nuova opera “concettuale”.
Concetto per concetto, ritorna, grazie alla biennale “manifesta” di Zurigo, l’opera di Maurizio Cattelan, ritorno perché l’artista annunciò il suo ritiro definitivo dal 2011. Una installazione che vede la campionessa mondiale paraolimpica Edith Wolf Hunkeler effettuare una performance “camminando” con la sua sedia a rotelle a filo d’acqua sul Lago. Un segno dei tempi. L’acqua, la scarsità di risorse e il tema, attualissimo dell’inclusione, oltre a ricordarci che le fontane a salerno sono tutte spente e il mare non è balneabile...
Ma magari intendeva dare un messaggio agli amministratori di Salerno: “scetateve che l’acqua è doce!”