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EUROBOND per l'AFRICA: le guerre in Africa possono essere una buona scusa per introdurre un vero


La nuova frontiera della socialdemocrazia europea si lega all’economia del debito finanziata dagli Eurobond tremontiani tanto amati dai moderati (nella foto articolo del Corriere della Sera).

Un vero boy scout, cresciuto nelle sagrestie toscane avrà assistito in gioventù a incontri con i missionari, a tante lezioni sugli aiuti dei paesi industrializzati che hanno creato debito nel terzo mondo che è uno dei problemi principali tanto che recentemente si è provveduto con varie campagne, a cancellarlo.

“Aiutiamoli a casa loro” è da sempre un mantra legaiolo, serve nei dibattiti televisivi a dare un volto umano, una linea moderata a coloro i quali preferirebbero chiudere le frontiere ai flussi migratori.

“La soluzione c’è. Aiutiamoli a casa.”

Gli aiuti ai paesi in via di sviluppo esistono ed esisteranno in futuro, ma ovviamente gli aiuti non sono serviti a frenare le guerre e a stoppare i flussi migratori dovuti alla diseguaglianza tra redditi pro capite della varie nazioni.

Che bello che era quando c’era la grande chiesa delle missioni e chi credeva in un economia solidale che scambiava feroci invettive contro chi cercava di proteggere le periferie invocando sicurezza e lavoro per i figli delle italiche genti.

Adesso è tutto un mix di soluzioni, non esistono buoni o cattivi, si mischiano soluzioni e parole senza cambiare un granché, creando nuove buzzwords in grado di risolvere i problemi, almeno tra i noti parolieri televisivi e sulla carta stampata. E fu così che il Corriere della sera intervista Schroeder che, parlando dell'Idea di Renzi di usare gli Eurobond per aiutare i migranti a casa loro, invoca un "Coordinamento della politica economica e finanziaria dell'Eurozona". La frittata è servita, si sentono vecchi mantra usciti dalla porta, rientrare dalla finestra.

Nascono nuovi "tipi di prestiti" a fine di favorire investimenti. Ma a che servono investimenti se in Africa il Tasso di Sviluppo arriva a superare il 6%? Il ricco, a crescita zero presta al povero a crescita +6%. Il prestito, come si è detto verrà poi finanziato da degli Eurobond, ma non sono gli Eurobond l’anticamera per l’unificazione del debito europeo e quindi per la definitiva perdita da parte degli Stati sovrani, della sovranità di bilancio? E’ davvero una soluzione da prendersi in considerazione proprio oggi che siamo negli anni di Grexit e Brexit?

Sfruttando l’emergenza dell’immigrazione dall’Africa e dai paesi mediorientali, si propone una soluzione che va bene a tutti quanti, lorsignori, che, invece di chiudere le frontiere, inizieranno ad abituare i cittadini europei a parlare di spese e finanziamenti dati, realizzando il progetto dell’Europa unita sotto il simbolo dell’Euro e mettendo definitivamente nel cassetto la già definita da tutti utopistica unione democratica di cittadini per il continente.

Continueremo a seguire questo percorso, vedremo nel dettaglio cosa succederà.

E proprio come afferma Hans Magnus Enzensberger “L’europa nata per evitare le guerre tra stati, vedrà una guerra nel suo futuro prossimo venturo, e sarà una guerra di secessione.”

Se l’Eurobond per l’Africa, creato al fine di aiutarla e aiutare la nostra società da "invasioni", capace di stoppare i flussi migratori registrati fosse un “trucco” per fare digerire meglio agli Europei, il processo di unificazione dell’Europa? Non sarebbe la prima volta che si sfruttano le emergenze per fare passare cose che in tempi normali sarebbe difficile fare passare.

 

Mentre riflettiamo di queste cose, attraverso dei grafici sulla crescita dell’Africa, cerchiamo di dare un idea di quello che succederà nel mondo di qui a pochi anni.

Il continente Africano è il primo per crescita, come si vede nella figura il trend è già molto sopra l’Asia, e il fatto che in molti paesi africani il 75% della popolazione non arrivi neanche l’elettricità, non è che un ulteriore indice che consolida le previsioni di crescita, seppure in un ambiente instabile, del continente; la qual cosa dovrebbe agevolare l'arrivo degli investimenti sempre più importanti da parte dei flussi finanziario attualmente imperante. In parole povere, i pochi decisori mondiali, visti questi dati, stabilizzati dal 2010, con buona probabilità investiranno facilmente nello sviluppo del continente, perchpè verranno ripagati dai tassi di crescita, alti e costanti.

Con questi tassi di crescita, una popolazione che in prospettiva dovrebbe arrivare ai 3,6 miliardi entro fine secolo, possiamo inoltre presagire fin da ora che l’attuale, interessante numero di startup che sono nate in Africa negli ultimi mesi, genereranno una nuova classe di grandi imprese che si affiancheranno alle multinazionali che stanno investendo nel Continente Africano e che si muoveranno nel neonato mercato unico continentale. Questi newcomers, qualora si raggiunga la stabilità politica nell’area, potranno addirittura “invadere” commercialmente il mediterraneo settentrionale e la vecchia Europa, che nei prossimi decenni potrebbe arrivare ad una popolazione di 600 milioni di abitanti, un mercato tutto sommato secondario rispetto a Africa e Asia.

Questi dati di crescita così alti e stabili, sono il risultato anche della campagna di annullamento del debito pregresso che paesi occidentali e russa hanno operato in questi anni (2007/2012), la proposta di utilizzare il debito, il prestito tramite Eurobond non ci sembra una proposta che va nella direzione che si era presa prima, la strada

dell’annullamento del Debito ha prodotto frutti interessanti, il neo colonialismo creato con i prestiti di Stato ai paesi in via di sviluppo che ha creato debito e ha messo in difficoltà gli stessi paesi beneficiari dei prestiti con gli interessi da pagare, questo debito, impossibile da pagare per alcuni Stati, sembrava essere un cancro che tutti avevano compreso e che si doveva estirpare.

Ma il vecchio vizio non muore mai: è bastato l’aumento di flussi migratori sud/nord per riaccendere la fiamma del capitalismo finanziato dal debito pubblico, questa volta “europeo”.

Il lavoro fatto da Frontex in questi mesi è per certi versi doveroso e impagabile, in quanto questa agenzia da una dimensione Europea del fenomeno migratorio, dati che e meno si prestano a beghe e opinioni da osteria e a basso prezzo. I flussi migratori nel corridoio italiano e balcanico sono davvero aumentati a livelli esponenziali; ma per comprendere la questione occorrerebbe un orizzonte temporale maggiore, non fermarsi ad una analisi dell’attuale, comprendere la situazione delle guerre (che aumentano esponenzialmente il flusso dei migranti), l’ulteriore analisi di una fotografia più grande (look at the big picture) e una programmazione che tenga conto di flussi ma anche di altri aspetti economici.

Chi avrebbe detto nel 1984 che le regioni del Sud Italia sarebbero state superate in termini di PIL pro capite occupazione e principali indicatori economici da tante regioni negli Stati dell’Est Europa?

Oggi, trent’anni dopo, gli indicatori sono qui ad insegnarci che le cose accadono, e oggi un ragazzo della provincia di Napoli che va a visitare Polonia o Repubblica Ceca, va a visitare dei paesi con standard di vita superiori ai suoi, e dove la vita costa meno. Le zone dell'Africa che vivono una crisi economica e sociale grazie a situazioni politiche instabili quali guerriglie e guerre, andrebbero gestite dal mercato comune africano stesso, in corso di formazione che dovrebbe sopperire agli scompensi con un modello simile a quello utilizzato in europa per le politiche di coesione. Garantire diritti a tutti gli africani è un obiettivo possibile e acqua ed elettricità per tutte le popolazioni, con questi tassi di crescita, possono essere alla portata del continente, basta solo che si raggiunga un coefficiente accettabile di redistribuzione della ricchezza tale da evitare che si arricchiscano solo sovrani ed oligarchi nei vari Stati dell'Africa Centrale.

L’Africa è più ricca dell’Europa, tra qualche anno lo sarà anche in termini di PIL, e questo assunto che oggi può sembrare uno scenario paradossale, nei prossimi decenni diverrà una realtà assoluta.

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