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Sacco Bancario - Vincenzo Imperatore

Vincenzo imperatore scrive con chiarezza disarmante in riguardo ai problemi delle istituzioni finanziarie. Suggerisco sempre di leggere un libro nuovo sulla finanza, ogni qualvolta esce in libreria, ma quando sono scritti in forma così semplice in italiano da italiani, analizzando i nostri problemi, lo faccio davvero con il cuore in mano.

Spesso ottimi testi raccontano di nomi strani, misconosciuti alla maggior parte degli italiani. Un libro scritto da un italiano su una questione economica nata in Italia diventa davvero una perla da non perdere. Il libro di Imperatore è “sfizioso”, non ho trovato un termine capace di descriverlo meglio. Imperatore prova a descrivere il pericoloso e delicato intreccio tra mondo bancario, imprenditori senza scrupoli e qualche politico accondiscendente, ma, a differenza di tanti altri testi lo fa con leggerezza e con una costruzione che possa davvero divertire ed interessare il lettore. Dopo il prologo, si inizia a parlare di due casi drammatici, la Deiulemar e il caso Boschetti, imprenditore al quale era stato venduto davvero il “fiore” dei prodotti a rischio, lasciando i suoi eredi praticamente in mutande.

Appena dopo inizia ad elencare dei casi virtuosi come capita in Molise e casi di legami strani tra politica e imprenditoria come è capitato con un cliente della banca Promos. Dopo una settantina di pagine si entra nel vivo del libro, parlando del già citato intreccio, del sovrapporsi ed intrecciarsi con la novità del mondo del credito che viaggia sul web, di come la politica cerca di salvarlo, dell’imponente importo delle buste paga ai top manager. Il libro sfiora anche i temi tecnici, tipo gli interessi, l’anatocismo, il rischio

dei derivati, ma non approfondisce. Imperatore non ha una formula magica per risolvere il problema, non ha la "legge perfetta" che possa fare guarire tutti da questa nuova febbre, che possa colmare il tremendo buco che si è inframezzato tra mondo bancario e società civile.

Tuttavia chiude il libro con due esempi virtuosi, quasi a volere dire a chi legge, non è questione di leggi, la cosa si può fare, dipende dalla volontà di operare una governance corretta, mi viene da dire, appena un pochino più umana.

Non a caso, dopo il caso virtuoso di Castrolab, il libro si chiude con una lunga intervista a Ugo Biggeri, patron di Banca Etica. Lascio a voi lettori l’intervista, mi sale un brivido sulla schiena a sentire di Banca Etica, qualche cosa che solo una decina fa era roba da fricchettoni o da visionari. “you may say I’m a dreamer, but I’m not the only one”.

Davide Gatto

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