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ALDE, Giannuli e Genova - Fenomenologia di un portale

Cercavo un perfetto titolo che potesse ricordare a tutti le varie “empasse” del sistema operativo che il m5s si è dato attraverso la piattaforma di voto poi denominata Rousseau, e quale migliore se non trio Lombardo che da tanti anni diverte le italiche platee che prende il nome di Aldo Giovanni e Giacomo? Fatta la premessa che tante cose buone sono state fatte attraverso la rete e il portale, tante ciambelle sono uscite con il loro legittimo buco, a me piace ragionare sugli errori per migliorare. Molto brevemente, ricordiamo queste tre gaffes del sistema di voto.

(ALDE) Il portale dichiara che l’accordo con ALDE è stato ratificato dal voto online, dunque si può andare avanti nella formazione di un nuovo gruppo europeo. Peccato che L’ALDE qualche ora dopo, viene meno all’accordo votato. Non se ne fa niente. Mi voglio sposare, il fidanzato viene meno. (Giannuli) La storia della legge elettorale: si chiede alla rete se ci si può sedere ad un tavolo insieme alle altre forze politiche per scrivere una legge elettorale di cui si dipingono i contorni, ma non se ne danno i dettagli; la rete approva, ma ad un certo punto, il tavolo viene meno. Ad oggi, quale è la nostra proposta, il tedeschellum votato dalla rete, oppure cosa? (Genova) Dopo la votazione delle “comunarie” online a Genova, viene dichiarato ufficialmente sul blog il candidato sindaco del movimento 5 stelle Marika Cassimatis, qualche giorno dopo il candidato di Genova non è più la Cassimatis ma il secondo classificato alle comunarie.

Mi piacerebbe cercare di trarre delle conclusioni di natura generale, che possano aiutare a migliorare questo nuovo modo di fare politica, andando oltre i casi singoli sopraccitati.

Probabilmente non bisognerebbe mai fidarsi di uno strumento senza considerare l’approccio culturale, le motivazioni e gli obbiettivi di chi lo usa. Il fatto che uno strumento sia nuovo, che sia soprattutto innovativo e che permetta di accorciare le distanze tra una base e un vertice è una cosa sicuramente positiva e questo mi spinge ad affermare che il sistema operativo Rousseau è una ottima innovazione. Tuttavia bisogna amare la politica, la nostra comunità, le nostre cause, e non uno strumento nuovo per quanto fantastiche eccitanti possano essere i modi d’uso e le sue implicazioni. Immaginate di farvi operare di appendicite. Vi fidate del bisturi o del medico che lo usa? Certo il bisturi deve essere nuovo, tagliente e, possibilmente, disinfettato, ma chi lo usa deve essere “bravo” e deve amare fare il medico, altrimenti hai voglia di avere bisturi di ultima generazione….

Dunque, lo strumento, comunque venga progettato, in qualunque modo venga usato è sempre, in qualsiasi occasione, utilizzabile in maniera deviata rispetto ai propositi che inizialmente si era dato il suo creatore. Se lo strumento si usa male, allora lo scopo per cui viene utilizzato, sebbene venga mosso dalle migliori intenzioni di chi lo ha realizzato, non può che portare ad un fallimento, nel nostro caso, ad un fallimento dell’azione politica. Tornando al bisturi spesso la buona riuscita di un intervento dipende molto da chi lo subisce, dal paziente, quindi, parlando di medicina e guarigione, spesso gli strumenti sono solo di contorno.

Detto così sembra facile, ma la tecnocrazia ci avvolge, ed è così solida, terribilmente complicata nel suo essere “user friendly” che diventa incommentabile; spesso ci abbandoniamo ad essa senza lasciare alcuno spazio allo spirito critico. E ho già scritto che il tutto, senza lo spirito primordiale, diventa inevitabilmente uno “schema Ponzi” che non porta a nulla se non al fallimento del progetto in se stesso.

Io sono un criticone, oggi mi pento di avere usato il mio brevissimo tempo che la vita mi ha concesso con Casaleggio per parlargli di problemi e critiche, senza avergli mai avuto la possibilità di dirgli un “bravo” di persona, ne approfitto ora, ma lo strumento che noi utilizziamo, spesso e volentieri è servito a mettere tanti problemi emersi nelle assemblee, problemi che piano piano sono riemersi dal digitale e colorato tappeto della piattaforma dell’oblio.

Veniamo alla mia opinione. In politica spesso si trattano soldi e potere, che possono essere tanto più grandi quanto piccolo è il PIL pro capite sul territorio. Più grandi sono gli interessi in campo e maggiore è la possibilità di mettere in campo comportamenti opportunistici che possano causare deviazioni nelle operazioni di voto. In parole povere, se vogliamo, “l’errore Umano” è sempre alle porte. Quando si vota in ambiti che possano modificare il perimetro, lo spazio politico, l’azione politica e il portafoglio di chi vota, il voto deve essere organizzato in modo da evitare comportamenti opportunistici.

Nello stabilire alleanze e questioni legate alle candidature, si insidiano i principali problemi e, oramai, rendono pressoché invivibile la vita di chi fa “Movimento 5 Stelle” in mezzo alla strada, senza incarichi, all’ombra dei famosi gazebo, autocoordinati dai meetup. Quando si verifica un errore macroscopico, ovvio che si ripercuote, una volta ogni tanto, su tutta l’organizzazione del M5S, su quelle migliaia di persone che oggi hanno fatto del Movimento la loro professione, il MoVimento 5 stelle quello degli eletti, quello che sta nei palazzi, degli stipendiati che fanno funzionare i vari gruppi o gli eletti nei vari parlamenti a tutti i livelli istituzionali.

A mio avviso, il principale danno che Il Movimento 5 stelle ha fatto è di fare credere ad ogni italiano che può diventare nel giro di due mesi un deputato o un esperto di qualche cosa, quando ci vuole una vita per considerarsi “qualcuno” in qualunque campo. Errato è stato prendere persone dai meetup e portarli in Parlamento, distruggendo i meetup sul territorio e quanto di buono avevano fatto e “caricando” le istituzioni di incompetenti e acerbi alla politica parlamentare, che si sono dimostrati quello che sono abbandonando la nave del M5S.

Secondo me, una volta definiti gli obiettivi politici, in parlamento, nelle varie commissioni, ci deve andare il più preparato possibile a svolgere un lavoro che consenta di svolgere gli obiettivi politici, mentre ai Meetup, insieme ai consiglieri comunali già eletti, andrebbe data delega alle amministrative nel comune di appartenenza.

Delega a fare una lista “grillina”, ma senza utilizzare il simbolo del movimento 5 stelle. Un appoggio esterno di una lista o una coalizione che viene dal meetup. In questo modo i gruppi di cittadini avrebbero qualcosa da fare, e a livello di istituzioni ci sarebbe stato un livello di persone che noi avremmo potuto chiamare classe dirigente.

Tant’è, oggi i meetup sono pochi, male assortiti e spaccati sul nome di chi di loro deve andare in Parlamento, a far cosa poi, non ci è dato di sapere, situazione che, tra l’altro, avvantaggia gli eletti che, nel caos territoriale possono occupare agevolmente gli ambiti posti con amici, cognati e via cantando.

Per quanto riguarda le trattative con gli altri, il metodo affronta la sua parte più difficile. Mantenere intatti i crismi della democrazia diretta e nello stesso tempo attivare una trattativa efficace con i partiti, è quasi impossibile. Ovviamente non ho in tasca una soluzione, mi permetto soltanto di dire che una volta che NOI prendiamo una decisione sul portale, i partiti, che hanno mano libera, possono fare in modo di farci sfigurare, ad esempio sfilandosi dall’ accordo stipulato in pompa magna poche ore prima. A questo si aggiunge il fatto che il Movimento 5 Stelle già parte con la porta ben chiusa al dialogo con i partiti per questioni ideologiche.

Ragion per cui a mio avviso non bisognerebbe fissare nelle votazioni gli obiettivi in termine tattico-pragmatici, ma in maniera generale. Faccio un esempio. Non dobbiamo votare se attraversare il ponte o no, dobbiamo decidere attraverso il voto online dove vogliamo arrivare. Non bisogna votare se fare quella battaglia o no, ma votare se vogliamo entrare in guerra, e se decidiamo di entrarci, chi è sul campo di battaglia deve poter fare tutto quanto è nella sua disponibilità per “vincere la guerra”.

Probabilmente nella questione ALDE, bisognava fare votare se “per raggiungere gli obiettivi politici del m5s si sarebbe potuto cambiare gruppo” oppure nel caso della legge elettorale, al posto di parlare di modello tedesco “di cercare di ottenere dai parlamentari una costituzione quanto più attinente al dettato costituzionale possibile”. In questo modo chi porta avanti la negoziazione, avrebbe avuto maggiore margine di manovra, e soprattutto avrebbe evitato post “correttivi” ogni 2 giorni.

L’uso di Rousseau è una conquista, un regalo che ci siamo fatti, non dobbiamo trascurare la maniera di utilizzarlo e dobbiamo fare che questo portale decisionale possa facilitare il raggiungimento degli obiettivi politici che ci vogliamo dare, mano mano. Non dobbiamo perderci nella critica, nel lamento e nella rassegnazione, ma neanche sfuggire ad essa ragionando di sfortuna o di elettori che non hanno occhi abbastanza buoni per vederci, in un modello ed una prospettiva dove sono proprio gli eletti del M5S (paradossalmente, eletti attraverso Rousseau) ad essere grande ostacolo, pratico e culturale del sistema Rousseau, influenzandone con le loro individualità la neutralità.

Davide Gatto

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